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50 Anni Dopo: Perché Il Più Grande Match Mondiale Di Scacchi Fu Il Fischer-Spassky

50 Anni Dopo: Perché Il Più Grande Match Mondiale Di Scacchi Fu Il Fischer-Spassky

JanTimman
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Gli scacchi hanno una lunga tradizione di match per la corona mondiale. Anche dopo 50 anni, forse è ancora il Match del Secolo a regnare sovrano come la più grande competizione tra uno sfidante e un campione in carica. La mia riflessione sul Campionato del Mondo di Scacchi del 1972 tra il GM Bobby Fischer e il GM Boris Spassky potrà spiegare il perché.

La superiorità sovietica nel mondo degli scacchi era la norma da quando il GM Mikhail Botvinnik aveva conquistato il titolo nel 1948: i campioni e gli sfidanti per il titolo mondiale dal 1948 fino al match del 1972 erano stati tutti grandi maestri sovietici. Anche se il suo primo debutto al Torneo dei Candidati avvenne nel 1956, la carriera di Spassky rallentò un po' fino al suo ottenimento del primo posto nel torneo Interzonale del 1964 e alla vittoria nei seguenti match di qualificazione del 1965. Queste prestazioni gli permisero di sfidare il GM Tigran Petrosian (allora campione in carica) per il titolo nel 1966.

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Petrosian e Spassky al sorteggio dei colori durante il Campionato del Mondo. Foto: Alamy.

Probabilmente già nel 1966 Spassky era il giocatore più forte del mondo. Decenni dopo mi confidò: "A quel tempo ero così forte che nessuno poteva fermarmi". Nessuno tranne Petrosian, ma era solo una questione di tempo.

Mentre il GM Vasily Smyslov vinse due tornei dei Candidati, il record di Spassky fu ancora più impressionante. Nel 1965 il torneo dei Candidati era stato sostituito da una serie di match e Spassky ne vinse sei in due cicli. Era un giocatore a tutto tondo con un forte senso dell'iniziativa.

A quel tempo ero così forte che nessuno poteva fermarmi.
—Boris Spassky

Dopo La Seconda Guerra Mondiale

Nel secondo dopoguerra fino al 1969 si disputarono nove match mondiali, tutti a Mosca e tra giocatori sovietici: era una routine a cui il mondo degli scacchi si era abituato. Tuttavia, un cambiamento stava per arrivare. Nel 1970 si tenne a Belgrado una match su 10 scacchiere tra l'Unione Sovietica e il "Resto del Mondo". Negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta un match del genere avrebbe suscitato poco interesse, l'Unione Sovietica avrebbe vinto senza problemi. Lì invece la vittoria fu solo di stretta misura. Il mondo al di fuori dell'Unione Sovietica era diventato più forte. 

Nelle prime tre scacchiere del "Resto", i GM Bent Larsen, Fischer e Lajos Portisch avevano tutti vinto i loro mini-match, rispettivamente contro Spasskij (Stein), Petrosian e il GM Viktor Korchnoi. Di conseguenza, erano una minaccia per l'egemonia sovietica o no? Portisch era certamente un grande maestro molto forte. Il suo stile posizionale gli valse il soprannome di "Botvinnik ungherese". Si qualificò per i Candidati del 1965, nei quali perse contro il GM Mikhail Tal.

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Larsen, Fischer e Portisch, tra i più forti giocatori non-sovietici della loro era.

Nel ciclo successivo, Portisch perse di stretta misura contro Larsen, che era al suo apice nella seconda metà degli anni Sessanta: il grande danese vinse diversi tornei in quegli anni. Dopo la vittoria contro Portisch fu a sua volta eliminato dal futuro campione Spassky. È chiaro che i sovietici non temevano Larsen né Portisch: la loro principale preoccupazione era Fischer.

L'Egemonia Sovietica

Nel 1962 Fischer vinse l'Interzonale di Stoccolma con un punteggio straordinario, con 2,5 punti di vantaggio sui concorrenti sovietici. All'epoca aveva solo 19 anni. Il risultato deve aver spaventato i sovietici: dopo 14 anni la loro egemonia era minacciata in un modo senza precedenti. Il momento di Fischer, però, non era ancora arrivato. Nel famoso Torneo dei Candidati di Curacao non fu tra i pretendenti alla vittoria finale.

Tre giocatori sovietici dominarono l'evento: il GM Petrosian, il GM Paul Keres e il GM Efim Geller. Fu un'amara delusione per Fischer, che in seguito affermò che i primi tre contendenti avevano fatto delle patte d'accordo l'uno contro l'altro. Aveva ragione, ma questo non cambiò la situazione: L'egemonia sovietica era garantita per altri tre anni.

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Il vincitore, Petrosian, e il secondo classificato, Keres, dopo i Candidati del 1962. Foto: Harry Pot/Archivi Nazionali Olandesi, CC.

Il fallimento di Fischer a Curacao cambiò il suo atteggiamento nei confronti del ciclo di qualificazione FIDE. Aveva sperimentato che una grande vittoria nell'Interzonale non era garanzia di successo ai Candidati. Nel 1964 non disputò l'Interzonale ad Amsterdam. Fece invece due tentativi per organizzare una match tra lui e il campione del mondo, senza successo. In effetti, non c'era alcuna possibilità che la Federazione Scacchistica Sovietica fosse disposta ad accettare una simile sfida: ci teneva al proprio titolo mondiale.

Le Decisioni Di Fischer

Fischer decise di giocare il successivo Interzonale a Sousse, in Tunisia, ma dopo aver vinto una partita dopo l'altra si ritirò a causa di incomprensioni con gli organizzatori. Sembrava disilluso. Nel 1968 Fischer giocò - e vinse - due tornei, poi si ritirò dalle competizioni.

Poco prima del suo secondo match contro Spassky, Petrosian se ne uscì con una dichiarazione notevole: affermò che Fischer non voleva giocare i match dei Candidati per paura di perdere. Si trattava di un'opinione interessante: sia Larsen che Portisch avevano perso contro un pezzo grosso sovietico sulla loro strada verso il titolo assoluto. Fischer sarebbe stato in grado di reggere il confronto con lo Spassky del 1968? Di certo non sarebbe stato il favorito.

È difficile stabilire perché Fischer abbia preso certe decisioni nella sua carriera. C'è una curiosa antitesi: Fischer era molto efficiente alla scacchiera, ma nella vita reale era molto insicuro. Col senno di poi, si potrebbe dire che abbia fatto bene a partecipare al ciclo dei campionati mondiali in età relativamente più matura: in questo modo ha evitato qualsiasi sconfitta.

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È difficile stabilire perché Fischer abbia preso certe decisioni nella sua carriera. Foto: Punt/Archivi Nazionali Olandesi, CC.

Le affermazioni di Petrosian potrebbero aver spinto Fischer a tornare agli scacchi nel 1970. Accettò l'invito a partecipare al match Unione Sovietica contro il "Resto del Mondo", nel quale sconfisse Petrosian per 3-1. Un risultato sbalorditivo! Successivamente, durante la cerimonia di premiazione, Rosser Reeves della Federazione Scacchistica Statunitense propose di organizzare un match tra Spassky e Fischer. Questo era stato il sogno di Fischer già molti anni prima. Spassky reagì educatamente, ma rifiutò; sapeva che la Federazione scacchistica sovietica non avrebbe permesso un match del genere.

Tra l'altro, Fischer aveva accettato di sfidare il GM Mikhail Botvinnik in un match di 18 partite a Leida, nei Paesi Bassi, più avanti quell'anno. Sembrava tutto pronto per questo interessantissimo scontro, quando Fischer presentò una nuova richiesta: il formato doveva essere cambiato; il vincitore doveva essere determinato da sei vittorie, senza contare le patte. In realtà, questa era un'idea molto vecchia: il match tra Alexander Alekhine e Jose Raul Capablanca aveva queste regole. Gli organizzatori non riuscirono a gestirle questa richiesta per ovvie ragioni e il match fu annullato.

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Alekhine e Capablanca nel 1927, un match in cui le patte non venivano conteggiate. Foto: Wikimedia.

Obiettivo: Il Match Del Campionato Del Mondo

Probabilmente Fischer aveva perso il suo interesse per il match contro Botvinnik perché si era prefissato un obiettivo più alto: una match per il Campionato del Mondo contro Spassky. Fischer decise di giocare l'Interzonale a Palma di Maiorca. Vinse di nuovo, questa volta con un vantaggio di 3,5 punti. Successivamente, batté sia il GM Mark Taimanov che il GM Bent Larsen per 6-0 nei match dei Candidati. Un risultato assolutamente unico nella storia degli scacchi.

Dopo il match con Larsen, Fischer fece una comparsa al Dick Cavett Show dove pronunciò una delle sue citazioni più famose: "Il piacere più grande [negli scacchi]? Quando distruggi l'ego dell'avversario" 

Ora si prospettava la vera lotta contro l'impero scacchistico sovietico: Fischer doveva affrontare Petrosian e, se fosse riuscito a superarlo, Spassky. Nelle antiche tragedie greche, l'eroe solitario arriva pronto ad affrontare sfide insormontabili. Fischer era una versione moderna di tale eroe.

Anche se gli scacchi non erano ancora molto popolari, gli atti eroici di Fischer non passarono inosservati. Ricevette una lettera personale dal Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, che gli scrisse: "Volevo aggiungere le mie personali congratulazioni alle tante che Lei ha già ricevuto. La Sua serie di 19 vittorie consecutive nelle competizioni scacchistiche mondiali non ha precedenti e Lei ha tutte le ragioni per essere molto soddisfatto dei Suoi superbi risultati. Mentre si prepara a incontrare il vincitore della partita Petrosian-Korchnoi, può essere certo che i Suoi concittadini faranno il tifo per Lei. Buona fortuna!".

La Sua serie di 19 vittorie consecutive nelle competizioni scacchistiche mondiali non ha precedenti.
—Il Presidente degli Stati Uniti d'America Richard Nixon, in una lettera a Bobby Fischer

È significativo che Nixon, o forse uno dei suoi assistenti che scrisse la lettera, fosse a conoscenza degli sviluppi del ciclo del campionato mondiale di scacchi.

Il match contro Petrosian (che aveva battuto Korchnoi) si svolse a Buenos Aires. Fischer incontrò le sue prime difficoltà nel ciclo: nelle prime tre partite vinse la prima, ma perse la seconda pattando la terza e si accontentò di segnare 1,5 punti. Dopo cinque partite, il punteggio del match era ancora pari. Ricordo che io, da fervente fan di Fischer, ero preoccupato. Come avrebbe potuto battere Petrosian, il maestro del passato della strategia e della difesa? Le preoccupazioni non durarono a lungo. Fischer trovò il suo ritmo e vinse di fila le ultime quattro partite. Era pronto per il grande match.

In un'intervista, Spassky ebbe una reazione garbata: "Devo dire in tutta sincerità che Fischer si è comportato splendidamente. Il suo gioco lascia un'ottima e piacevole impressione". Non è chiaro se il campione del mondo fosse molto preoccupato per l'imminente match. A Buenos Aires, il gioco di Fischer non era stato costante.

Aria Di Guerra Fredda

Il trionfo di Fischer fu salutato con grande entusiasmo in tutto il mondo. Egli ricevette un'altra lettera personale da Nixon, che gli scrisse: "La Sua vittoria a Buenos Aires La porta un passo più vicino a quel titolo mondiale che tanto merita, e voglio che Lei sappia che, insieme a migliaia di scacchisti in tutta l'America, farò il tifo per Lei quando incontrerà Boris Spassky il prossimo anno".

Era l'epoca della Guerra Fredda. L'incontro tra Spassky e Fischer poteva essere facilmente visto come una personificazione della lotta tra le due superpotenze. Mentre la comunità scacchistica era interessata soprattutto alle mosse giocate sulla scacchiera, il mondo esterno guardava alle macchinazioni e agli intrighi... che si percepivano dappertutto. Il commento più famoso di Fischer è: "Gli scacchi sono una guerra sulla scacchiera. L'obiettivo è distruggere la mente dell'avversario".

Gli scacchi sono una guerra sulla scacchiera.
—Bobby Fischer

Sì, gli scacchi erano certamente una metafora adatta alla Guerra Fredda. Fischer non scelse mezzi termini quando dichiarò di essere il miglior giocatore del mondo e che lo avrebbe dimostrato: "I russi hanno detenuto il mio titolo per dieci anni e se la vedranno con me quando vincerò il campionato. Dovranno aspettare e giocare alle mie condizioni".

Analisi Dei Vari Giocatori

Fischer era pieno di fiducia e i sovietici erano preoccupati da quando Fischer aveva deciso di giocare l'Interzonale. La Federazione Scacchistica Sovietica teneva riunioni regolari con tutti i migliori giocatori per discutere del fenomeno Fischer. L'argomento principale era: come fermarlo? Prima del match contro Petrosian, un gruppo di quattro illustri scacchisti, Isaac Boleslavsky, Lev Polugaevsky, Leonid Shamkovich ed Evgeni Vasiukov, preparò un rapporto confidenziale, che era un'analisi del gioco di Fischer. 

Questo documento di 30 pagine, intitolato Le Conclusioni di una Riunione Metodologica Speciale, conteneva una ricerca teorica e sistematica sulle aperture e una sintesi del gioco di Fischer in generale. Una conclusione mi colpisce in modo particolare, scritta dagli illustri giocatori: "Fischer non è molto sicuro di sé nelle posizioni chiuse, che di conseguenza tende a evitare. Nelle manovre, nelle posizioni con il centro bloccato, Spassky e Petrosian sembrano essergli superiori".

La prima parte della conclusione è giusta: in entrambe i match tra Fischer e i campioni sovietici erano state giocate poche partite a carattere chiuso. Ma quando erano apparse sulla scacchiera, come nella sesta partita Petrosian-Fischer e nella quinta Spassky-Fischer, l'americano aveva vinto in modo convincente. Questo dimostra quanto sia difficile ipotizzare aspetti generali dello stile di un giocatore di vertice.

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Il centro chiuso della sesta pertita, dopo 10.e4 di Petrosian. Fischer vinse in 66 mosse.

Più importanti sono le conclusioni sulle aperture. La ricerca sovietica fu molto professionale e approfondita. Prima del grande match, la preparazione si intensificò ancora. Tal, Petrosian, Keres e Smyslov scrissero lunghe lettere confidenziali, riflettendo a fondo sul gioco di Fischer. Il lavoro teorico di questo nutrito gruppo di top player sovietici impallidisce rispetto all'odierna preparazione al computer, ma per quei tempi era un lavoro straordinario. Al contrario, Fischer lavorava quasi sempre da solo sulle aperture.

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Fischer di fronte a uno dei suoi rivali sovietici, Tal, nel 1961. Alla fine del decennio, l'intero apparato scacchistico sovietico lavorava contro Fischer. Foto: Archivio Federale Tedesco, CC.

Nel 1970 Fischer ricevette dall'IM inglese Bob Wade una raccolta di schede che contenevano un resoconto sistematico di ciò che avevano giocato i suoi avversari nell'Interzonale. Le schede erano scritte a mano da giovani giocatori inglesi. In seguito Wade preparò anche due libri a fogli mobili sulle aperture di Spasskij.

Inoltre, non molto tempo prima del suo incontro con Spassky, Fischer riuscì a reperire il 27° numero della serie tedesca Weltgeschichte des Schachs (Storia Mondiale degli Scacchi), che contiene 355 partite di Spassky. Non si trattava certo di una raccolta completa delle partite di Spasskij, che a quel tempo aveva già giocato più di 1.000 partite. Tuttavia, era un libro preziosissimo per Fischer, che lo portava sempre con sé e vi scriveva le proprie note. Il vantaggio di lavorare da soli è che si è ben consapevoli di ciò che si sta facendo. Spassky doveva studiare le scoperte degli altri.

Il Favorito? Fischer O Spassky?

Ma chi era il favorito? All'epoca non avevo dubbi che Fischer avrebbe vinto e fui sorpreso di scoprire che non tutti la pensavano allo stesso modo. Molti giocatori di alto livello davano Spassky come favorito. Col senno di poi, posso capire questa opinione. Spassky aveva molta più esperienza di Fischer nei match. In un periodo di cinque anni, aveva vinto match con Keres, Geller (due volte), Tal, Larsen, Korchnoi e Petrosian, nella maggior parte dei casi con un punteggio impressionante.

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Spassky dopo una vittoria su Larsen nel 1967. Foto: Jack de Nijs/Archivi Nazionali Olandesi, CC.

A parte questo, Spassky aveva un bilancio molto positivo contro Fischer: tre vittorie due pareggi e nessuna sconfitta. Il significato di un tale vantaggio non è necessariamente sinonimo di superiorità; Nepomniachtchi aveva un punteggio simile contro Carlsen l'anno scorso, ma è stato sonoramente battuto. E se andiamo indietro nella storia, Capablanca aveva battuto Alekhine cinque volte con sette pareggi prima del loro match mondiale. Alekhine gli inflisse una sconfitta già nella prima partita!

Credo che Fischer avesse un chiaro vantaggio: nel 1971 aveva giocato partite impegnative che lo avevano reso assai sicuro di sé. Spassky, invece, si era limitato a giocare tornei che non sembravano ispirarlo. Il suo gioco era stato poco brillante e gli mancavano successi recenti.

Attesi la partita con trepidazione. Per la prima volta nel dopoguerra, il campo di battaglia non sarebbe stato Mosca. Molte città erano le possibili candidate e non era facile mettere d'accordo Fischer e i sovietici. Fortunatamente il presidente della FIDE era il GM Max Euwe, uomo dotato di eccellenti capacità diplomatiche. Nel libro Fischer World Champion, che ho scritto insieme a Euwe, egli iniziava il suo contributo come segue: "La battaglia per il titolo mondiale di scacchi è stata straordinariamente snervante, ma la preparazione al campionato è stata altrettanto avvincente".

La preparazione al campionato è stata altrettanto avvincente.
—Max Euwe

Viene Selezionata Reykjavik

Dopo un po' rimasero solo due città candidate: Belgrado e Reykjavik. Fischer aveva una preferenza per la prima città; era immensamente popolare nell'ex Jugoslavia. I sovietici poterono quindi vantare il loro primo trionfo quando il match fu assegnato a Reykjavik.

La delegazione sovietica arrivò in Islanda con largo anticipo, ma Fischer non si vedeva. Si stava nascondendo. In quel periodo il mondo intero, non solo quello degli scacchi, seguiva con trepidazione ogni passo di Fischer. Era possibile convincere Fischer a recarsi a Reykjavik?

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La città che ospitò il Campionato del Mondo del 1972 vista 35 anni dopo, nel 2007. Foto: Yelkrokoyade/Wikimedia, CC.

Alla fine salì su un aereo. Due fattori furono presumibilmente decisivi. Innanzitutto, il Segretario di Stato americano Henry Kissinger lo aveva chiamato per chiedergli urgentemente di recarsi a Reykjavik, come disse: "Questo è il peggior giocatore di scacchi del mondo che chiama il miglior giocatore del mondo". La telefonata era un'ulteriore prova dell'importanza che gli scacchi avevano assunto nel mondo politico.

Tuttavia, un altro gesto potrebbe essere stato più importante per Fischer. Il milionario inglese e amante degli scacchi Jim Slater si offrì personalmente di raddoppiare il premio in denaro, portandolo a 250.000 dollari (circa 1,75 milioni di dollari al netto dell'inflazione). Questa fu una mossa decisiva. Fischer si era lamentato che il premio in denaro era troppo basso. Se si fosse ancora rifiutato di giocare, avrebbero potuto considerarlo un codardo. Doveva quindi accettare la sfida.

L'Avvio Del Match

Il match era quindi salvo, ma le problematiche legate a Fischer non erano finite. Dopo alcune complicazioni in cui Euwe giocò un importante ruolo diplomatico, la prima partita ebbe finalmente inizio l'11 luglio. Dal punto di vista tecnico scacchistico, la partita fu strana. Alla 29a mossa, Fischer giocò un sacrificio tanto folle quanto divenuto famoso. Tuttavia, la partita non era ancora persa; il suo errore decisivo avvenne poco prima del controllo del tempo.

Fischer non si presentò alla seconda partita. Si era lamentato delle telecamere presenti in sala da gioco e aveva chiesto che venisse fatto qualcosa. Ricordo la mia delusione di allora. Sembrava che lo spettacolo a Reykjavik sarebe finito. Credo che tutto il mondo degli scacchi condividesse questi sentimenti pessimistici.

Tuttavia, due uomini vennero in soccorso. Kissinger fece un'altra telefonata a Fischer, ma soprattutto Spassky ignorò le istruzioni della Federazione Scacchistica Sovietica che gli aveva ordinato di lasciare Reykjavik. La disponibilità di Spassky a continuare fu coraggiosa ed ebbe conseguenze anche dopo il match. Le autorità sovietiche non perdonavano questi comportamenti.

La terza partita fu giocata in una stanza privata, senza telecamere. Decenni dopo Spassky disse che non avrebbe dovuto giocare la terza partita. Proprio come Fischer, non avrebbe dovuto presentarsi. In questo caso, l'equilibrio psicologico del match sarebbe stato preservato. In teoria, questo può essere un punto di vista corretto, ma era contrario al carattere di Spasskij intraprendere un'azione così sovversiva. In ogni caso, egli giocò male la partita dopo la sorpresa da parte di Fischer con una novità sbalorditiva.

Una sconfitta dolorosa per Spassky, che però era ancora in testa. E avrebbe potuto aumentare il suo vantaggio nella quarta partita, dopo un'entrata nel mediogioco giocata piuttosto male da Fischer.

Lo scampato pericolo mise le ali a Fischer. Si portò in vantaggio vincendo la quinta e la sesta partita. Fischer aveva trovato il suo ritmo, ma il gioco di Spassky era passivo e insicuro. La settima partita vide un quadro diverso: Spassky iniziò un attacco selvaggio nella Siciliana Najdorf. L'attacco gli si ritorse contro e si dovette rifugiare in una patta. Fischer aumentò il suo vantaggio nell'ottava partita, che ebbe un momento di mistero nel mediogioco.

Dopo una tranquilla patta, Fischer colpì di nuovo nella decima con una partita di alto livello. Sembrava ormai in pieno controllo, con un vantaggio di tre punti. Forse in quel momento era troppo sicuro di sé. Nell'undicesima partita, Spassky propose un nuovo sistema contro la Variante del Pedone Avvelenato della Najdorf e vinse in modo convincente; il team di analisti di Spassky aveva fatto un lavoro eccellente. La tensione era tornata a farsi determinante nel match.

Dopo un'altra tranquilla patta nella dodicesima partita, Spassky si trovava sotto di due punti, una situazione non troppo allarmante considerata la sua grande esperienza in materia di match. Nella tredicesima partita, però, andò sotto. Dopo una partita lunga e movimentata, commise un'errore fatale in un finale complicato ma patto.

Fischer era in netto vantaggio e riuscì a mantenerlo nella fase finale del match. Seguì una serie di sette patte. L'opinione generale era che Spassky avesse recuperato la sua forma e che le partite fossero di alto livello. Questo non vale per la quattordicesima partita, che fu inficiata da gravi errori reciproci. I giocatori erano stanchi dopo l'estenuante tredicesima partita? È difficile rispondere a questa domanda. Spassky aveva chiesto un timeout dopo la sconfitta, quindi erano previsti quattro giorni liberi. Ci deve essere stata una palpabile tensione nervosa, che non si risolve semplicemente con giornate di riposo.

Le successive sei patte sono in effetti molto buone. Un esempio è la tesa lotta nel mediogioco della diciannovesima partita.

Nella 21a partita, Spassky aveva bisogno di una vittoria per avere qualche possibilità di mantenere il titolo. Ma non ottenne alcun vantaggio. Doveva essere rimasto deluso finendo in posizione inferiore in un finale pari critico.

Meno Errori

Nel complesso, si può concludere che Fischer abbia vinto meritatamente il match; dimostrò di saper padroneggiare molti tipi di posizioni diverse. Fu tatticamente attento, compiendo solo pochi errori posizionali. In generale, si può dire che un match così lungo viene vinto dal giocatore che commette meno errori... ma il match di Reykjavik fu segnato da errori grossolani; Spassky commise gravi errori in almeno tre partite.

In confronto, nel match Carlsen-Nepomniachtchi il Campione del Mondo non ha commesso errori, mentre lo sfidante ha commesso tre errori a fine match. Il paragone però non regge: i match di oggi non durano così tanto. Inoltre il match di Reykjavik aveva un motivo di tensione in più, legato all'interesse generale e alla pressione su entrambi i giocatori; non solo per la volontà di ottenere risultati, ma soprattutto per l'ansia di non perdere.

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Carlsen e Nepomniachtchi durante il loro match del 2021 dopo la nona partita, che è stata decisa da una delle sviste di Nepomniachtchi. Foto: Maria Emelianova/Chess.com.

Il numero di errori non è sempre indicativo del livello di un match. Fischer e Spassky davano il meglio nelle posizioni aperte con elementi strategici: sapevano come prendere l'iniziativa. Fischer aveva un istinto di predazione più forte, che lo aiutò a prevalere.

I Risvolti Del Match

Il match di Reykjavik ebbe un effetto enorme sulla popolarità degli scacchi in tutto il mondo. La recente serie Netflix La Regina Degli Scacchi ha suscitato un effetto simile sul pubblico, ma probabilmente il successo di Fischer ebbe un impatto ancora maggiore. Ricordo con chiarezza che dopo il match tutti i set di scacchi erano esauriti; tutti volevano giocare. All'epoca avevo 20 anni. Se avevo dei dubbi sul fatto di diventare un professionista degli scacchi, dopo il match di Reykjavik erano svaniti.

La popolarità degli scacchi esplose in tutto il mondo, ma la svolta negli Stati Uniti non si concretizzò. Fischer aveva smesso di giocare, permettendo così ai sovietici di riprendere il sopravvento. Iniziò l'era dei GM Anatoly Karpov e Garry Kasparov, che durò fino al crollo dell'Unione Sovietica.


Jan Timman Il GM Jan Timman è stato uno dei principali giocatori di scacchi al mondo tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Novanta. Candidato più volte al titolo di Campione del Mondo, perse il match per il titolo mondiale FIDE del 1993 contro Karpov.


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