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Perché Il Match Del Secolo Quasi Non Si Giocò

Perché Il Match Del Secolo Quasi Non Si Giocò

PeterDoggers
| 46 | Divertimento e curiosità

50 anni fa oggi, 1 luglio 1972, a Reykjavik, in Islanda, si svolse la cerimonia di apertura del match del Campionato del Mondo tra il campione regnante Boris Spassky e il suo sfidante e GM Bobby Fischer.

Fischer però non si presentò; la prima partita, prevista per il giorno successivo, fu giocata appena 10 giorni più tardi. Il Match del Secolo, che tuttora cattura il pensiero e il cuore di milioni di appassionati di scacchi e che ha portato ad un picco di popolarità del gioco nel contesto della Guerra Fredda, ebbe dei prodromi piuttosto turbolenti.

Fischer era già una star nel mondo degli scacchi, ma le sue clamorose vittorie contro i GM Mark Taimanov (6-0), Bent Larsen (6-0) e Tigran Petrosian (6.5-2.5) nei match dei Candidati del 1971 lo resero famoso anche al pubblico di non scacchisti. I media tradizionali scrivevano regolarmente su di lui; persino il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon gli scrisse una lettera dicendo che la sua Nazione lo sosteneva.

Bobby Fischer chess.com

Prima della fine del 1971 erano già state ricevute ben 15 diverse offerte di ospitare il match: da Amsterdam, Atene, Belgrado, Bled, Bogota, Buenos Aires, Chicago, Dortmund, Montreal, Parigi, Reykjavik, Rio de Janeiro, Sarajevo, Zagabria e Zurigo. Secondo il GM Max Euwe, ex campione del mondo che al tempo era Presidente della FIDE, le offerte migliori erano quelle di Belgrado (con un montepremi di $152.000), Reykjavik ($125.000) e Sarajevo ($120.000), tutte con somme circa 10 volte superiori a quelle di qualsiasi altro match mondiale.

Nel libro The Match Of All Time, recentemente tradotto in inglese, Gudmundur Thorarinsson, il Presidente della Federazione Scacchistica Islandese del tempo, ha scritto che non credeva molto al fatto che il match si sarebbe svolto in Islanda: 

"Per far capire quanto poco mi interessasse la questione, poiché credevo che il nostro lavoro per la candidatura sarebbe stato un totale spreco di tempo, non ho nemmeno mandato in tempo la lettera di candidatura agli uffici della FIDE. Così ho chiamato Freysteinn Thorbergsson chiedendogli di andare ad Amsterdam a consegnare la nostra proposta di persona al quartier generale della FIDE, dove sarebbero state aperte le buste. E lo fece con estrema competenza."

The Match of All Time book cover
"The Match of All Time", di Gudmundur Thorarinsson. Foto: New In Chess.

Secondo il reporter di Life Brad Darrach, che ha raccolto i suoi articoli nel brillante libro Bobby Fischer vs. the Rest of the World, Thorarinsson aveva inizialmente pensato di proporre un montepremi di $25.000; una settimana prima della chiusura del bando, però, lesse una notizia falsa su una rivista di scacchi tedesca, che sosteneva che l'Islanda aveva offerto $100.000. Immaginando che altri partecipanti avrebbero tentato di superare quella cifra, rivide la proposta a $125.000. Thorarinsson non menziona in alcun modo questa faccenda nel suo libro.

Per di più, la proposta di Reykjavik menzionava anche che, oltre al premio in denaro, i giocatori avrebbero anche ricevuto il 30% dei profitti TV e dei filmati. Trovandosi in territorio inesplorato, il 70enne Euwe suggerì di dividere tale ricavo equamente tra i giocatori, le federazioni organizzatrici e la FIDE, mandando poi un telegramma a proposito a tutte le federazioni partecipanti all'asta. Belgrado non gradì: dichiarò che la loro candidatura era a quel punto incerta. Euwe viaggiò a Belgrado il 15 gennaio 1972 e offrì loro $7.000 per l'accettazione di questi termini nel caso fossero stati loro a ricevere l'assegnazione.

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Belgrado nel 2021. Foto: Predrag Vuckovic/Wikimedia, CC.

Nel frattempo aveva chiesto sia a Fischer che a Spassky di dichiarare le loro preferenze di sede di gioco entro il 31 gennaio 1972. Spassky scelse Reykjavik, Amsterdam, Dortmund e Parigi, mentre Fischer scelse Belgrado, Sarajevo, Buenos Aires e Montreal.

Non essendoci alcuna nomina comune, la FIDE diede tempo ai due fino al 10 febbraio per accordarsi su una città, altrimenti Euwe stesso avrebbe preso una decisione in merito. Ed Edmondson, il Presidente della Federazione Scacchistica Statunitense e da molto tempo manager di Fischer, si era dunque diretto a Mosca e acconsentì a Reykjavik, a condizione che anche Fischer fosse d'accordo.

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Edmondson, a sinistra, con Euwe nel gennaio 1972. Foto: Bert Verhoeff/Dutch National Archives, CC.

Per Euwe fu un sollievo ricevere un telegramma da Mosca con la notizia che entrambi si erano accordati per Reykjavik. Ma subito giunse un telegramma da New York: Fischer non era d'accordo! Definì Reykjavik troppo piccola e primitiva, nonché "un posto stupido per il match", commento che richiese varie ricuciture diplomatiche. Nel frattempo, tutto ciò aveva infiammato gli amministratori scacchistici russi, che accusarono il Presidente della FIDE di aver infranto il regolamento... illazione che non fu lanciata qui per l'ultima volta. 

La Decisione Salomonica

L'altamente pragmatico Euwe trovò allora un'idea geniale: chiede ai due migliori offerenti di dividersi il match. Belgrado accettò, a condizione che fossero loro ad ospitare la prima metà; Reykjavik voleva invece assicurarsi una riduzione dei costi nel caso il match non dovesse protrarsi per tutte e 24 le partite previste. 

Fischer si disse d'accordo e Edmondson commentò: "Euwe ha preso una decisione Solomonica: ha tagliato il bambino a metà".

Non tutti apprezzarono la decisione di Euwe: il Segretario della FIDE, H.J. Slavekoorde, che presiedeva anche al comitato FIDE deputato ai regolamenti, si dimise per protesta. Anche la Federazione Scacchistica Russa si oppose, facendo notare che Belgrado ha un clima molto caldo in estate, assai diverso da quanto il loro giocatore era abituato; accusarono così nuovamente il Presidente FIDE di infrangere il regolamento. Euwe spiegò le sue ragioni ad un  incontro del Consiglio della FIDE, già pianificato per il 2 e 3 marzo a Mosca. La federazione russa non trovò grandi consensi e ritrasse così con riluttanza la protesta.

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Euwe, qui nel 1973, aveva dovuto parlare e negoziare molto l'anno precedente. Foto: Rob Mieremet/Dutch National Archives, CC.

Dopo un incontro di 40 ore iniziato il 18 marzo ad Amsterdam, in cui erano presenti la FIDE e le delegazioni islandese e russa, ci si accordò finalmente sulla doppia soluzione. Il nuovo montepremi sarebbe stato di $138.000, la media delle due candidature, e fu creato uno schema per regolare i pagamenti a seconda del diverso numero possibile di partite del match, così che fosse il maggior onere ricadesse su Belgrado nel caso che non si arrivasse al pieno totale di 24 partite.

Euwe non poté parteciparvi personalmente a causa di un viaggio di rappresentanza in Australia e nell'Asia Orientale. Scoprì appena il 20 marzo, da Sydney, che le parti si erano accordate e che il contratto era stato firmato dal GM Efim Geller da parte di Spassky e da Edmondson per conto di Fischer.

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Geller nel 1973. Foto: Rob Mieremet/Dutch National Archives, CC.

Due giorni dopo Fischer rifiutò ancora una volta la firma apposta da Edmondson e pretese sia da Belgrado che da Reykjavik una modifica alle condizioni, ovverosia che i giocatori avrebbero dovuto essere beneficiari diretti del potenziale profitto; mise in chiaro che, altrimenti, non avrebbe giocato. Saltò fuori che Edmondson non avrebbe più avuto mandato di parlare per conto di Fischer e che i due avrebbero presto smesso di collaborare.

Stavolta Euwe fu irremovibile e diede un ultimatum alla Federazione Scacchistica Statunitense: entro il 4 aprile avrebbero dovuto accettare i termini del match. Presto giunse un telegramma che riportava il consenso di Fischer, così tutto sembrò ormai a posto.

Ma, nel frattempo, il comitato di Belgrado, supportato da una banca Yugoslava, aveva perso la pazienza e pretendeva una cauzione di $35.000 dalle Federazioni Scacchistiche Russa e Statunitense. Davanti al rifiuto degli americani, l'11 aprile Belgrado si tirò fuori dalla faccenda.

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Ad Aprile Reykjavik rimase l'ultima città in piedi. Foto: Jakec/Wikimedia, CC.

Tutto Il Match In Islanda

La Federazione Scacchistica Islandese si offrì dunque di ospitare l'intero match, a condizione che la prima giornata di gioco fosse posposta dal 22 giugno al 2 luglio, clausola che fu accettata. In un libro sul match con il GM Jan Timman come coautore, Euwe riconobbe di avere un po' forzato le regole in quell'occasione, che ponevano come limite massimo per l'inizio del match l'1 luglio. Era convinto di avere buone ragioni: Fischer in ogni caso non poteva giocare di sabato per il suo credo religioso, inoltre la FIDE aveva già deciso che la norma sul primo giorno di luglio andava probabilmente rimossa dal calendario di gioco perché escludeva automaticamente dall'assegnazione tutte le città con un clima troppo caldo.

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Timman nel 1974. Foto: Rob Mieremet/Dutch National Archives, CC.

Mosca acconsentì all'intero match a Reykjavik, gli Stati Uniti inizialmente no, ma in un secondo telegramma, inviato il 6 maggio, si dichiarava che "Fischer è d'accordo, ma con rimostranze". Euwe scrive che, dopo il match aveva ormai compreso cosa intendesse per "con rimostranze": "Giocherò, ma sfrutterò ogni singola opportunità per protestare contro tutto e tutti".

Thorarinsson, nel libro The Match of All Time:

"[Che] il Campionato del Mondo di Scacchi abbia fatto comparire l'Islanda sulle mappe è ormai luogo comune. Credo fermamente che sia stato Spassky a farlo, poiché l'Islanda era la sua prima scelta: senza la sua preferenza non l'avremmo mai neppure considerata."

Il biografo di Fischer Frank Brady ha suggerito che sia stato il conoscente islandese di Fischer, Freysteinn Thorbergsson, a convincerlo di giocare in Islanda, forse facendogli notare il significato politico dell'incontro. Fanatico anti-comunista, Thorbergsson aveva visitato Fischer negli Stati Uniti e aveva poi scritto un pezzo sostenendo che la vittoria di Fischer avrebbe "colpito i pugni sollevati della propaganda dei Comunisti".

Quelli erano i giorni della Guerra Fredda, in cui l'Ovest e i Comunisti rappresentavano due ideologie separate e dominanti. Un match di scacchi che avesse coinvolto un rappresentante da ciascuna delle due parti e che si fosse tenuto esattamente nel mezzo tra America e Russia non avrebbe potuto essere più simbolico, cosa che certo non sfuggì ai media.

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Il mondo era nel bel mezzo della Guerra Fredda. Immagine: Heitor Carvalho Jorge/Wikimedia, CC.

Fischer Ha Ulteriori Pretese

La sede del match era così decisa, ma le complicazioni non terminarono qui. Negli ultimi tre mesi prima dell'inizio, Fischer destò ancora clamore, principalmente riguardo gli accordi economici. Il montepremi era di $125.000, equivalenti a circa $800.000 di oggi, dei quali il 62,5% doveva andare al vincitore, mentre il rimanente 37,5% al perdente; inoltre, c'era anche il sopra menzionato 30% dei diritti televisivi e sulle riprese.

Oltre a ciò, Fischer pretendeva ora anche il 30% dei biglietti venduti, sostenendo che anche a Spassky sarebbe dovuta andare parte dei proventi. Gli organizzatori non accettarono questa nuova richiesta.

Raggiungiamo così l'inizio di giugno 1972, quando Fischer stava passando del tempo a Santa Monica, in California. Per andare in Islanda doveva prima passare per New York.

Domenica 25 giugno, il giorno in cui era originariamente previsto l'arrivo di Fischer a Reykjavik, il suo buon amico e IM Anthony Saidy lo chiamò per dirgli che sarebbe volato ad Est quel martedì per vedere suo padre; gli chiesei se Bobby avrebbe voluto accompagnarlo. Fischer disse di sì; Saidy disse più tardi che aveva lo strano presentimento che, se non lo avesse chiamato, Fischer sarebbe rimasto lì.

Voli Perduti

Alcuni giorni dopo, il 29 giugno, Fischer intendeva prendere un volo all'Aeroporto John F. Kennedy; i suoi bagagli erano già stati caricati ma, come testimoniato da centinaia di giornalisti che lo attendevano, fuggì dal terminal e perse così il volo. Sarebbe poi tornato a passare alcuni giorni a casa dei genitori di Saidy a Douglaston, nel Queens, inseguito anche lì dai reporter.

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I giornalisti di scacchi invasero l'aeroporto JFK, visto dall'alto nel 2018, per scoprire se una certa persona sarebbe salita su un certo aereo. Foto: Kenzie Abraham/Wikimedia, CC.

A Reykjavik, dove Spassky era arrivato con il suo seguito il 21 giugno, circa 200 giornalisti di almeno 30 paesi diversi iniziarono a chiedersi se non avessero viaggiato per nulla. Molti di loro "avevano gli occhi gonfi per esser caduti giù dal letto a correre incontro ad un aereo in arrivo alle 5 di mattina da New York" tutti i giorni, scrisse Darrach. "Il non vedere Bobby scendere da quel DC-8 iniziava a diventare un'abitudine spiacevole".

Nel frattempo il regista di New York Chester Fox aveva acquisito i diritti di ripresa del match e intendeva farne un documentario; in quel periodo gli fu chiesto da un giornalista se era preoccupato per le conseguenze del suo investimento. Fox replicò: "Non mi sono accorto se sono preoccupato o no... Sono troppo occupato a non farmela addosso".

Euwe stesso arrivò in Islanda l'1 luglio, il sabato in cui era prevista la cerimonia di apertura. Quel mattino Spassky fu visto giocare a tennis con uno dei suoi secondi, l'IM Iivo Nei, in un campo vicino al Saga Hotel. Quando un giornalista chiese al Campione del Mondo se pensava che sarebbe arrivato il suo avversario, Spassky replicò: "No, non penso che Robert James verrà".

Nel frattempo, a Douglaston, Edmondson, Saidy e il GM William Lombardy, un talentuoso grande maestro divenuto sacerdote e amico di Fischer che ne sarebbe poi diventato il secondo, stavano tentando di convincere l'americano a giocare.

Cerimonia Di Apertura

La cerimonia di apertura fu condotta secondo programma, la sera dell'1 luglio, nel Teatro Nazionale d'Islanda di 500 posti. Erano presenti il Presidente dell'Islanda e sua moglie, ambasciatori, rappresentanti della FIDE, giornalisti e altri ospiti ancora... ma un posto, in prima fila, rimase vuoto.

Non essendo presente Fischer, l'arbitro capo del match, il GM Lothar Schmid, suggerì di posporre il sorteggio del colore al giorno seguente. Dopotutto, c'era la possibilità che lo sfidante fosse sul volo notturno per arrivare in tempo alla prima partita...

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35 anni dopo il match, Schmid (al centro) con Spassky (a destra). Foto: Gerhard Hund/Wikimedia, CC.

Però il giorno dopo giunse un telegramma di Saidy, con la notizia che Fischer non poteva giocare per problemi di salute. È importante notare che il regolamento del match permetteva di rimandare un turno al massimo di sei giorni e solo in caso di malattia, ma obbligava anche consegnare un certificato medico.

Che fare? Attendere una copia del certificato per telegramma? Ma il documento non doveva forse essere prodotto dal dottore assegnato al match, in Islanda, ora che il match era in corso? Ma... era effettivamente in corso?

Queste domande furono considerate in un incontro convocato da Euwe che coinvolse tutte le parti. L'arbitro e i russi argomentavano che il match era in corso poiché così si era dichiarato alla cerimonia di apertura, ma Euwe chiese se "discorsi e un violino" fossero davvero sufficienti. Gli americani sostenevano che un match è davvero in corso solo dopo il sorteggio dei colori.

Nel frattempo, Fischer stesso rilasciò un'intervista al New York Daily News il 3 luglio: "Non sono malato. Voglio che vengano ascoltate le mie richieste di compenso, altrimenti non giocherò". 

Posticipo Di Due Giorni

In un altro momento di pragmatismo, Euwe suggerì allora di posticipare il match di due giorni. I russi chiesero del tempo per deliberare; dopo pranzo dissero di non esserne contenti, ma che l'avrebbero concesso. Euwe scrisse in seguito: "Non ho lasciato alcun dubbio sul fatto che, se i russi l'avessero desiderato, avrei immediatamente squalificato Fischer; si rifiutarono però di passare alla storia come I Sabotatori del Match del Secolo". 

Nel frattempo, l'agenzia di stampa russa TASS attaccava il Presidente FIDE, scrivendo: "Euwe finge di giocare una partita di scacchi. Invece di prendere lui stesso la decisione di squalificare Fischer, come stipulato dal regolamento, tenta di mettere il peso di questa decisione sulle spalle del Campione del Mondo".

Euwe finge di giocare una partita di scacchi.
— TASS, Russian Press Agency

Euwe ebbe ulteriori conversazioni con tutti i funzionari FIDE presenti a Reykjavik e poi rese ufficiale la decisione; un posticipo di due giorni, con il sorteggio del colore ora previsto per il 4 luglio alle 11:45 del mattino e l'inizio della partita per le 17:00. I sovietici erano furiosi e compilarono comunque una protesta ufficiale; Euwe riconobbe che avevano il diritto di farlo.

Due Telefonate Importanti

Il 3 luglio il legale di Fischer, Paul Marshall, ricevette una telefonata che cambiò tutto.

James Derrick Slater era un banchiere britannico, investitore di successo, nonché appassionato di scacchi che aveva preso l'abitudine di donare somme di denaro anonime per eventi scacchistici e giocatori di talento. Dopo aver letto sul giornale delle richieste economiche di Fischer e di come il match rischiasse di non essere giocato, Slater chiamò Leonard Barden, che allora era il corrispondente di scacchi per Evening Standard, mentre oggigiorno, a 92 anni, scrive ancora per il Guardian; gli disse che voleva donare $125.000, raddoppiando così il montepremi a $250.000.

Assieme ad un produttore della BBC, Barden chiamò Marshall per dirgli della notizia; Marshall volle sentirla da Slater in persona. Circa 10 minuti dopo, Slater chiamò per confermare e si accordò con Marshall per far arrivare a Fischer il messaggio: "Esci e gioca, coniglio!" Fischer naturalmente rimase elettrizzato alla notizia.

Che sia stato decisiva o no è poco chiaro, ma ci fu una seconda telefonata quello stesso giorno. Non fu di altri che di Henry Kissinger, il consigliere per la sicurezza nazionale di Nixon e futuro segretario di stato.

henry kissinger chess.com
Henry Kissinger durante una telefonata. Foto: Ufficio della Casa Bianca, Dominio Pubblico.

Si dice di solito che la sua frase di apertura sia stata "Qui è il peggior scacchista del mondo che chiama il miglior scacchista del mondo", anche se Darrach dice che abbia iniziato con "Qui è uno dei due peggiori giocatori del mondo..." Kissinger avrebbe fatto notare che il match era importante per il prestigio degli Stati Uniti e che Fischer doveva andare e giocare.

Quella sera, Fischer finalmente salì a bordo di un aereo verso Reykjavik.

Spassky Scoppia

Arrivato alle 7:00 del mattino del 4 luglio all'aeroporto di Keflavik, Fischer fu scortato dalla polizia islandese alla capitale. Al suo arrivo in hotel, decise che dormire era più importante che essere presente al sorteggio del colore: firmò una lettera con la quale delegava Lombardy a rappresentarlo e chiuse la porta della sua stanza da letto.

Quando Lombardy comunicò che Fischer era troppo stanco per presenziare al sorteggio, Spassky scoppiò. In precedenza era stata la federazione russa a protestare sulle varie infrazioni, ma ora, finalmente, il Campione del Mondo in persona ne ebbe abbastanza. Lasciò velocemente l'Hotel Esja, ma riferì ad un reporter: "Voglio ancora giocare, ma sarò io a decidere quando!"

Presto giunse una dichiarazione ufficiale da parte di Spassky (o forse da Mosca?) nella quale scriveva: "Se si intende ora avere una qualche speranza di condurre il match, allora Fischer deve essere sottoposto ad un'equa penalità. Solo allora potrò tornare alla domanda se sia possibile o no giocare il match."

Se si intende ora avere una qualche speranza di condurre il match, allora Fischer deve essere sottoposto ad un'equa penalità.
— Spassky

GM Boris Spassky Chess.com
Spassky ne ebbe finalmente abbastanza del comportamento di Fischer. Foto: Eric Koch/Dutch National Archives, CC.

Saltà fuori che la "penalità" reclamata dai sovietici era che Fischer perdesse a forfait la prima partita, come disse Geller ad un membro della stampa, aggiungendo anche misteriosamente qualcosa del tipo che Spassky "non avrebbe accettato quel forfait". Nessuno sapeva ancora che un forfait in quel torneo si sarebbe effettivamente verificato...

In un incontro con tutte le parti, i sovietici inoltrarono altre tre richieste: che Fischer si scusasse, che Euwe condannasse il comportamento dello sfidante e che Euwe riconoscesse anche che il posticipo di due giorni dell'inizio del match avesse costituito una violazione al regolamento della FIDE.

Euwe, sopraffatto, prese subito un pezzo di carta sulla quale scrisse di condannare il comportamento di Fischer, che ammetteva di aver violato il regolamento FIDE e che gli accordi per il match in futuro sarebbero stati rispettati in modo stringente. Più tardi la FIDE mandò un telegramma alla Federazione Scacchistica Russa comunicando che la sconfitta a forfait non sarebbe stata concessa.

Avidità?

Chiedere a Fischer di scusarsi non fu da poco, ma lo fece. Scrisse le sue scuse, inizialmente chiudendole con la proposta di rinuncia di tutto il premio in denaro da parte dei giocatori, così da giocare per il bene degli scacchi e basta. Voleva far sapere a tutti di non essere avido. Nella versione finale, la frase venne eliminata.

Mentre i media principali accusavano Fischer di avidità, probabilmente c'erano altri motivi dietro al suo rendersi così recalcitrante con la FIDE, con Spassky e con gli organizzatori; una di queste ragioni potrebbe sembrare strana: la paura.

Il GM Nikolai Krogius, che aveva scritto un libro sulla psicologia negli scacchi e che era parte della delegazione di Spassky, scrisse: "È un dato di fatto che, quando si vede Fischer alla scacchiera, attribuirgli concetti come incertezza e insicurezza sembri assurdo. Ma prima di una gara importante sembra cadere preda di dubbi e vacillamenti".

Anche il GM Larry Evans aveva un'opinione simile: "Da quando Bobby si è avvicinato al vertice degli scacchi, nel suo cuore ha messo le radici un poco caratteristico timore della sconfitta. A Reykjavik è riuscito a superare questa sua paura, ma solo dopo aver percepito di aver turbato l'equilibrio emotivo di Spassky".

GM Larry Evans Chess.com
Il GM Larry Evans. Foto: F.N. Broers/Dutch National Archives, CC.

Un altro motivo è forse più fondato: a Fischer semplicemente non piaceva l'idea che altri, e nello specifico gli organizzatori islandesi, guadagnassero più denaro di lui dal match. Lui era la stella, lui era il Muhammad Ali del match, e lo sapeva.

Le Scuse Di Fischer

In una lettera che fu consegnata alla stanza d'albergo di Spassky, Fischer chiese scusa per il suo "comportamento irrispettoso" e per non aver partecipato alla cerimonia di apertura. "Mi sono semplicemente lasciato trascinare dalla mia sciocca disputa sul denaro con gli organizzatori di scacchi dell'Islanda", scrisse, e chiese anche scusa ad Euwe e "alle migliaia di appassionati di scacchi in giro per il mondo". Fischer poi invitò Spassky a non continuare a pretendere la sua sconfitta a forfait nella prima partita.

Mi sono semplicemente lasciato trascinare dalla mia sciocca disputa sul denaro con gli organizzatori di scacchi dell'Islanda.
— Fischer

Lo stesso giorno, Spassky fu chiamato da un ufficiale sovietico di alto rango dal nome Sergei Pavlov, che gli disse che era ormai meglio per la squadra russa tornare a casa. Spassky, che si era sistematicamente rifiutato di unirsi al Partito Comunista, rifiutò educatamente.

Spassky apprezzò la lettera di Fischer e disse che non poteva giocare fino a martedì 11 luglio, ma non vedeva l'ora che venisse estratto il colore. La cosa si svolse venerdì sera, il 6 luglio, nella sala di gioco, Laugardalsholl. Fischer arrivò con 22 minuti di ritardo, ma fu un sollievo per tutti i presenti vedere finalmente che l'americano era presente.

Spassky scherzosamente strinse il bicipite sinistro di Fischer, come se stessero per tenere un match di boxe, e il risultato del sorteggio fu che la prima partita sarebbe stata giocata da Spassky con il Bianco. Mentre si discuteva il regolamento del match, Spassky rinunciò alla vittoria a forfait al primo turno e Fischer accettò la richiesta di rimandare la prima partita ancora per qualche giorno.

Cinque giorni più tardi il match sarebbe finalmente iniziato. Le premesse della battaglia scacchistica più famosa della storia già furono una complessa lotta duramente combattuta.

PeterDoggers
Peter Doggers

Peter Doggers joined a chess club a month before turning 15 and still plays for it. He used to be an active tournament player and holds two IM norms.

Peter has a Master of Arts degree in Dutch Language & Literature. He briefly worked at New in Chess, then as a Dutch teacher and then in a project for improving safety and security in Amsterdam schools.

Between 2007 and 2013 Peter was running ChessVibes, a major source for chess news and videos acquired by Chess.com in October 2013.

As our Director News & Events, Peter writes many of our news reports. In the summer of 2022, The Guardian’s Leonard Barden described him as “widely regarded as the world’s best chess journalist.”

In October, Peter's first book The Chess Revolution will be published!


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