Nepomniachtchi, Ding e Radjabov Alla Conferenza Stampa Dei Candidati
Un giorno dopo la conclusione del Torneo dei Candidati FIDE, i primi tre classificati del torneo, ovvero i GM Ian Nepomniachtchi, Ding Liren e Teimour Radjabov hanno tenuto una conferenza stampa a Madrid. Riportiamo qui sotto una selezione delle dichiarazioni rilasciate dai giocatori.
Radjabov sul suo cambio di stile di gioco:
In generale il modo in cui ti approcci alle cose cambia molto durante la tua carriera. Ad un certo punto vuoi giocare solo Siciliane, ma poi giochi la Berlinese perché sai che è migliore. In pratica, il problema è che oggigiorno se ti addentri troppo in qualsiasi posizione c'è una linea pattaiola; al Nero va bene, ma il punto è che devi lasciare all'avversario dei tentativi, delle possibilità di darti scacco o di trovare ulteriori linee o delle idee da qualche parte.
Dipende anche dagli allenatori, perché ho lavorato con diversi di loro durante gli anni, per esempio con [Igor] Nataf, che è anche mio amico; è sempre stato per l'Est Indiana e per 1...c5. Per esempio, contro Ding avevo una mezza idea di giocare per la vittoria, magari con qualcosa di super complicato tipo l'Est Indiana. Poi però ho ricevuto un messaggio da un ex campione del mondo del tipo "non si gioca così contro Ding: rimani calmo!"
Ding sulla domanda se la pandemia abbia danneggiato la sua carriera:
Nel 2019 ero in gran forma: ho vinto la Sinquefield Cup ed anche la Finale del Grand Chess Tour; credo che la mia forza sia aumentata da allora. Oggigiorno, da quando abbiamo il sostegno dei motori, credo che tutti i giocatori più forti capiscano meglio di prima gli scacchi. Il motore piò valutare la posizione in modo più corretto di prima. Per esempio, prima Teimour giocava l'Indiana di Re, ma ora alcune linee non sono più giocabili. Prima il motore poteva valutarle +1, magari rimanendo incerto e poi facendo crollare di colpo la valutazione, ma ora rimane costante!
I provvedimenti mi hanno ovviamente impedito di giocare molti tornei all'estero e in alcuni casi ho dovuto prendere con molta serietà i tornei online. Prima credevo che il gioco online e quello a tavolino fossero del tutto diversi perché quando si è a computer si sta più rilassati, si giocano mosse con più leggerezza e senza pensare, mentre a scacchiera si pensa molto e si sta concentrati al massimo. Ora, a volte, credo che abbiano molte cose in comune e non sono più diversi per me.
Stavolta ricordo che in alcuni momenti pensavo dallo schermo della sala ristoro piuttosto che alla scacchiera, praticamente passavo alla modalità online! [Sorride.] Credo che abbia avuto su di me anche influenze positive.
Radjabov su come siano riusciti ad avere una performance così buona:
Dopo sette turni eravamo nei guai, direi. Poi siamo riusciti a riparare il torneo nella seconda metà. Per me, la cosa più importante era non andare in tilt in questa situazione, piuttosto ovvia: hai praticamente zero possibilità di arrivare primo ma stai giocando ai Candidati, dove l'unica cosa che conta è il primo posto. Ancora non la conosciamo, ma nemmeno in quel momento eravamo a conoscenza della decisione del Campione del Mondo sul match mondiale, di giocarlo o no; quindi non era nemmeno chiaro per cosa si stava lottando, nel mio caso con due partite perse... bisognava comunque lottare, perché c'erano tanti giocatori.
Nella mia testa mi figuravo questa situazione ad una specie di piscina piena di squali. Per voi, da spettatori, si riduce a domande del tipo "Com'era...?", "Questa mossa?" o "Oppure quella?", ma questi avversari, questi ti guardano come se tu avessi appena fatto una mossa a caso su Chessbomb e pare che ti vogliano azzannare!
Contrastare questo tipo di pressione, questa aggressione da parte dei giocatori, da un lato è molto difficile; ma nel mio caso mi ha favorito, perché di solito preferisco controgiocare o cose simili, quindi per me è stato positivo.
Stavo tentando di essere all'altezza. Giocare contro questi giocatori di vertice è sempre difficile, ma può andare in un senso o nell'altro... di certo non peggio di come è andata Londra, credo [nota dell'autore: nel 2013], quindi in generale ero pronto a tutto perché esperto. Quando ti sei già trovato a sei o sette punti dal primo, cosa saranno mai due punti? Vado ancora bene!
Ding su come siano riusciti ad avere una performance così buona:
Secondo me, il motivo per cui ho giocato così bene nella seconda metà è che mi sono un po' rilassato dopo una prima metà deludente. Mi sono fatto più sicuro e in alcuni casi pensavo di meno sulle varie mosse tanto per dare fiducia al mio calcolo e non pensare troppo, continuando a fare pressione sul mio avversario e aspettando che facesse ulteriori errori! [Sorride.]
Radjabov:
Lo stesso vale per me. Ho avuto una conversazione con uno degli ex campioni del mondo e mi ha detto: "Potresti per favore giocare più velocemente?" Gli ho risposto: "Sì, ma devi capire che è problematico, sto soffrendo..."E lui ha replicato: "Puoi soffrire più velocemente?"
Nepo a proposito della sua cadenza di gioco preferita:
Be', si tratta del mio secondo torneo a questa cadenza in 15 anni, direi. Il primo è stato il match a Dubai; immagino che sia semplicemente una sensazione nuova. Se tutti iniziassero a giocare senza incremento allora magari torneremmo quasi al passato, con l'incremento Fischer o qualcosa di simile. Inoltre, secondo me, questa variante Bronstein di compenso del tempo, piuttosto che di incremento per mossa, così da non poter nemmeno guadagnare tempo con la ripetizione di mosse, ha molto senso: così puoi giocare senza il timore di perdere per tempo. In ogni caso, ogni cadenza di gioco ha pro e contro, non riesco davvero a scegliere la mia preferita.
Sulla domanda se Nepomniachtchi abbia lavorato o pensi di lavorare sulla psicologia:
Proprio non mi viene in mente un giocatore di scacchi che abbia come punto di forza la sconfitta. Praticamente, negli scacchi l'unico risultato normale è la patta: direi che perdere è stressante, ma anche vincere lo è molto. A volte dopo aver vinto non riesci a calmarti, in pratica è tutta una questione un po' esagerata. Ancora una volta, devo dire che è difficile trovare un giocatore a cui piaccia giocare brutte partite.
In altri sport i giocatori migliori lavorano con uno psicologo. Perché negli scacchi no? Radjabov:
È una buona domanda. Riguarda il nostro approccio professionale, tanto per cominciare: credo che ciascuno di noi abbia tentato qualcosa di differente. Penso che gli scacchi siano un altro tipo di sport. È troppo connesso con la mentalità del tuo cervello, cosa assai diversa dagli sport fisici. Non possiamo nemmeno urlare durante la partita. Persino quando per esempio giocherello con un pedone, l'avversario può dirmi che lo sto distraendo. Nel calcio, invece, si può dire praticamente quello che si vuole all'avversario, a tutti gli altri, persino agli allenatori di tanto in tanto. Invece eccoci qui, in questo ambiente calmo, dove non possiamo nemmeno fare una buona mossa e poi festeggiare in telecamera o cose simili.
Quindi è un tipo di pressione diversa, che dipende sempre da te e dalla tua mentalità. Negli scacchi non vedo come a un giocatore di scacchi potrebbe giovare un consulto di professionisti provenienti da altri sport. Magari qualche campione come Rafa [Nadal] o [Roger] Federer conosce qualche segreto speciale, ma in realtà non ne sono così sicuro.
Forse degli esempi utili ci sono, ma da quanto ho letto dei tempi di Karpov e Kasparov non è che abbiano giovato loro granché. Nessuno dei due riuscì a dormire bene per l'intero match e Kasparov non riusciva a riprendersi dopo certe sconfitte nel primo match contro Karpov. Se uno specialista esiste, magari me lo può consigliare Lei?
Nepomniachtchi su questo argomento:
Vorrei aggiungere che gli scacchi, soprattutto i tornei lunghi, sono praticamente montagne russe di emozioni; che tu vinca o perda, c'è tantissimo dietro: il risultato non dice tutto quel che c'è da sapere. Per esempio, ai tempi dell'Unione Sovietica c'era Nikolai Krogius, un grande maestro ma anche uno psicologo. Diceva che dopo una sconfitta devi sempre giocare per una patta, mai per la vittoria: devi pattare per recuperare un umore normale.
La WFM Anna Cramling, che stava facendo streaming in diretta della conferenza stampa, ha chiesto se i giocatori hanno un'apertura preferita quando giocano solo per divertimento. Radjabov ha menzionato 1…b6 o il Gambetto Jaenisch e il Gambetto di Re, "perché mi ricorda lo Jaenisch", mentre Nepomniachtchi ha tirato fuori una bella storiella:
In uno dei primi libri di scacchi mai scritti, Lucena, uno dei migliori giocatori di scacchi spagnoli del 15° secolo, scrisse che 1.c4 come prima mossa è probabilmente la peggiore di sempre. Il motivo è che poi non si può giocare la Spagnola, né il Giuoco Piano. 1.c4 può essere giocata da uno scacchista solo per disperazione totale. Errore madornale, Nessuno gioca così.
La diretta live in streaming di Anna Cramling.
Ding sul fatto che è stato a Madrid tutto solo:
Venire da solo non è stato così terribile, dato che ho i secondi in remoto. A volte ho bisogno di un po' di compagnia degli amici, ma posso pur sempre chattare con loro online, quindi credo che non sia un problema così grosso per me. A volte non ho bisogno di molto supporto, credo che ci voglia anche molto tempo. Certe cose preferisco farle da solo!
Un reporter ha visto che il GM Nikita Vitiugov, uno degli aiutanti di Nepomniachtchi, indossava una maglia dell'Atletico Madrid e ha chiesto se il motivo era perché anche quel club si era dovuto occupare molto di come gestire le sconfitte. Nepomniachtchi:
Tenta di fare lo spiritoso? So solo che è un fan sfegatato dell'Atletico. So che ci sono tante belle fontane qui a Madrid, ed una è dedicata ai fan del Real Madrid, Cibele, mentre un'altra, Nettuno, è per i fan dell'Atletico Madrid. Questa è l'unica cosa che sono riuscito a imparare stando qui per due settimane.
Nepomniachtchi sul problema che forse Carlsen non giocherà un altro match:
Questa domanda effettivamente mette in imbarazzo me e forse anche la comunità scacchistica. Immagino che non sarebbe una cosa buona se il campione del mondo regnante decidesse di non difendere il titolo. Ma, avendo giocato il match a Dubai e due Candidati, posso capirlo: la pressione è enorme. Praticamente, non importa quanti punti fai, è una sofferenza costante. Anche se vinci qui, vinci di là, ovvio che è bello; ma, almeno per me, finché non è finita ti senti del tipo: "Ti prego, chiudiamo questa faccenda!" Conti le giornate che mancano alla fine, e dentro di te, da qualche parte, ti andrebbe bene qualsiasi risultato. "Finiamola". Non dimentichiamo poi che ha già giocato cinque match, e a volte è davvero stressante.
Nepomniachtchi sul provare forse qualcosa di diverso per la sua preparazione al match:
Credo che la mia esperienza generale tratta dal primo match, considerato che mi aspettavo fosse tutto incentrato sugli scacchi, mi induca a dire ora che principalmente non riguarda gli scacchi. Invece coinvolge il sistema, cose ovvie come la salute, la resistenza, la preparazione mentale, e così via, ma anche piccole sfumature. A volte una cosa va male, un'altra va non così bene, e magari alla fine della giornata le cose vanno semplicemente per il verso giusto. Ci sono davvero tantissimi elementi su cui bisogna lavorare.