Fumey Candidato Presidenziale: 'Non Posso Immaginare Una Rielezione Di Dvorkovich'
L'ex Segretario Generale della FIDE e CM del Togo Enyonam Sewa Fumey si è unito ufficialmente alla corsa per le elezioni presidenziale 2022 della Federazione Internazionale degli Scacchi. Le elezioni avranno luogo a Chennai, India, il 7 agosto, durante l'Assemblea Generale della FIDE di quest'anno.
La proposta di Fumey è basata su due semplici premesse: distanziare l'organizzazione dall'influenza russa in risposta alla brutale invasione dell'Ucraina e promuovere un approccio capillare allo sviluppo degli scacchi.
Può Essere Un Russo a Condurre La FIDE?
Il Presidente in carica Arkady Dvorkovich è considerato da molti un leader illuminato e ha condannato apertamente la guerra. Il suo passato come Vice Primo Ministro Russo ha però incontrato delle critiche e la Federazione di Scacchi Ucraina l'ha apparentemente accusato di fare il doppio gioco con il Cremlino durante l'invasione.
La dichiarazione d'indirizzo di Fumey sembra rivolta a sviluppare "un approccio giudizioso al rapporto tra sport e politica". In altre parole, all'evitare la dipendenza della Federazione dalle politiche globali.
"Non vediamo la questione in termini di blocchi", ha spiegato Fumey durante una video intervista, alla quale ha partecipato anche il suo candidato Vice Presidente, il FM Stuart Fancy, residente in Papua Nuova Guinea.
"Ci stiamo improvvisamente accorgendo che la FIDE è troppo russa, e ciò fa sì che ogni problema della Russia diventi un problema della FIDE", ha detto Fumey. Ha spiegato meglio la sua scelta di competere contro Dvorkovich, che potrebbe apparire come una mossa politica ben architettata in questo momento, notando come la sua avversione alla polarizzazione della comunità scacchistica risalga almeno al 2018, anno in cui ha assunto il suo attuale incarico. Da Segretario Generale della FIDE, nonché membro della Commissione Sociale, osserva che la FIDE rimane "troppo concentrata verso una direzione. Ho continuato ad insistere sulla questione, ed ora salta fuori che avevo ragione, poiché ora la Russia è nei guai e la FIDE è a rischio".
...al momento possiamo dire che la FIDE sia troppo russa, e questo fa sì che ogni problema della Russia diventi un problema della FIDE.
Fumey ha proseguito dicendo di non credere che Dvorkovich venga rieletto: "È chiaro che la FIDE ne risente dal fatto che il suo leader più alto sia lui, non per lui come persona, ma a causa della situazione. Dunque non posso immaginare che, in questo contesto, lui venga rieletto".
"Il Signor Presidente si è forse anche comportato bene, ma il fatto che sia Russo rimane un problema. Anche se non è colpa sua il fatto che sia russo". Quindi sta dicendo che la sua sola presenza sia sufficiente a spaventare gli sponsor? "Sì, in questo momento".
Un'Organizzazione Mondiale
Per molte federazioni in via di sviluppo il prospetto di un presidente africano è un raggio di speranza per lo sviluppo del nostro gioco al di fuori dei paesi già tradizionalmente dediti agli scacchi, forse addirittura un nuovo approccio ai finanziamenti globali. La sola Africa comprende 47 federazioni, e altrettanti voti, delle 201 federazioni complessive appartenenti alla FIDE.
Nei Paesi più abbienti, però, la scelta di un presidente proveniente da una nazione in via di sviluppo potrebbe sembrare una specie di salto nel buio.
"Non è una rivoluzione", ha detto Fumey: "Ci proponiamo con uno spirito molto collaborativo. Sì, abbiamo troppi russi. Sì, abbiamo troppi europei. Va bene, aggiungiamo qualcuno dall'Oceania, qualcuno dall'America, ed equilibriamo il tutto per far sì che sia un'organizzazione più globale".
Non è una rivoluzione: ci proponiamo con uno spirito molto collaborativo.
Ma questo come influenzerebbe i tornei di vertice o gli accordi di sponsorizzazione ottenuti con tanta fatica?
Fumey non prevede cambiamenti drastici, in particolare perché "non ci sono molte nazioni che abbiano le risorse necessarie per ospitare eventi di livello mondiale". Eppure, crede che "Possiamo fare meglio insieme. Non ci stiamo mettendo in contrapposizione, ma vi stiamo portando delle idee; anche noi abbiamo qualcosa da offrire: possiamo collaborare e anche noi possiamo fare delle cose, quindi procediamo assieme".
Fumey ha ammesso che Dvorkovich è riuscito a trovare nuove sponsorizzazioni invece che concentrarsi sui soli fondi portati dal governo russo, ma ha aggiunto: "In ogni caso, ha la pecca di essere russo. Non è colpa sua se è russo".
Continuando sulla questione, Fancy ha menzionato il fatto che la multinazionale francese Total è attualmente coinvolta in un progetto in un progetto legato al gas in Papua New Guinea. "Abbiamo a che fare con loro ogni giorno, e sono rimasti molto colpiti dal fatto che la Papua New Guinea abbia una federazione di scacchi… Ma, come è ovvio, per quelle grosse multinazionali il fatto che abbiamo un presidente russo rappresenta un certo problema, sapete".
Un Approccio Capillare
In quanto giocatore, arbitro internazionale ed ex presidente della federazione di scacchi del Togo, Fumey sospetta che il più grosso ostacolo alla crescita della FIDE sia la sua metodologia top-down. Dal suo punto di vista, l'attuale conduzione "non condivide lo stesso spirito di sviluppo" e "non capisce cosa sia la povertà". Crede di essere nella posizione di poter cambiare la cosa:
"Io sono un nessuno, quindi tendo a capire meglio come aiutare le persone, come accompagnarle nel fare le cose, perché limitarsi a distribuire soldi alle persone per poi tornare qualche tempo dopo a vedere come è andata... Non funziona così, punto e basta."
Limitarsi a distribuire soldi alle persone per poi tornare qualche tempo dopo a vedere come è andata... Non funziona così, punto e basta.
In termini pratici, Fumey ha promesso di combattere la corruzione con una gestione cooperativa ed una "gerarchia morbida". Almeno quattro federazioni africane, negli ultimi 10 anni, hanno incontrato serie dispute di presidenza e hanno coinvolto la Commissione Costituzionale FIDE in battaglie giuridiche senza fine.
L'arbitro del Togo mira ad espandere i progetti sociali che promuovano eque opportunità per i giocatori e per tutte le professioni connesse agli scacchi. Dice che nel circuito dell'élite "non invitano mai arbitri dell'Africa o dell'Asia. No, dovremmo rimescolare un po' le cose".
Una volta eletto, sentirebbe la responsabilità di non deludere il sogno di un rinascimento africano? "Anche le federazioni hanno un'enorme responsabilità", ha risposto Fumey alla domanda, "perché molti di loro potrebbero trarre beneficio da qualche presa di posizione, mentre hanno solo sprecato queste opportunità".
E i paesi più sviluppati come potrebbero beneficiare della sua presidenza? "Perché l'Italia dovrebbe votare per noi? Perché l'Italia ama gli scacchi. Se l'Italia vuole che gli scacchi siano un gioco diffuso in tutto il mondo, senza sentirsi da sola in una specie di bolla... Penso che tutti i giocatori in quelle federazioni vogliano che gli scacchi siano ovunque".
Fumey crede che un cambiamento sia possibile e che il momento sia questo: "Da quel che mi sembra, il mondo si sta svegliando... Le persone hanno scoperto l'importanza delle relazioni sociali, di quanto sia preziosa la vita, perché abbiamo attraversato un periodo difficile. Ora stiamo vedendo la fine del tunnel, e penso che sia tutto positivo, che ripartiremo e che ci rimetteremo in moto in modo migliore".
Può essere lui l'agente del cambiamento? "Nella FIDE sì", ha concluso.