Intervista A Ivan Sokolov, Allenatore Della Squadra Di Scacchi Dell'Uzbekistan Da Oro
Il GM Ivan Sokolov, un tempo lui stesso giocatore di vertice, è l'allenatore della squadra uzbeka vincitrice dell'oro alle Olimpiadi degli Scacchi di Chennai, in India. In un'intervista rilasciata a Chess.com, il grande maestro olandese-bosniaco rivela cosa significa lavorare con dei prodigi che hanno insegnato anche a lui qualcosa sugli scacchi.
Il 54enne Sokolov non ha bisogno di presentazioni per i nostri lettori più esperti che lo hanno visto giocare ai massimi livelli negli anni 1990 e nei primi anni 2000. In questi due decenni è stato costantemente tra i primi 30 giocatori del mondo e per tre volte ha occupato il 12° posto nella classifica Elo. Di tutti i forti GM che non sono mai entrati nella top 10, lui è forse uno di quelli che ha avuto più successo. Oltre ad aver vinto diversi tornei importanti, tra cui Hoogeveen, Selfoss e Sarajevo, ha sconfitto cinque GM campioni del mondo in partite classiche: Garry Kasparov, Vladimir Kramnik, Viswanathan Anand, Veselin Topalov e il giovane Magnus Carlsen.
Nato e cresciuto in Bosnia (allora Jugoslavia, oggi parte della Bosnia-Erzegovina), è stato uno degli innumerevoli profughi che hanno lasciato o sono fuggiti dal Paese durante le guerre jugoslave degli anni 1990. Nel 1992 si stabilì nei Paesi Bassi, un paese scacchisticamente molto attivo, in cui si giocavano cinque o sei tornei di alto livello all'anno. La sua residenza olandese ha anche reso più facile per Sokolov viaggiare per tornei in giro per il mondo.
Divorziato e con due figli ventenni, Sokolov vive attualmente ad Amsterdam: dal 2008 si guadagna da vivere come allenatore di scacchi. Inizialmente ha lavorato con i migliori talenti dell'ex Jugoslavia (i GM Ivan Saric e Marin Bosiocic della Croazia e Borki Predojevic della Bosnia) e successivamente anche con il GM Baskaran Adhiban dell'India e con il GM Salem Saleh degli Emirati Arabi Uniti.
La decisione di abbandonare la propria carriera scacchistica e di iniziare a lavorare a tempo pieno come allenatore negli Emirati Arabi Uniti è arrivata nel 2013, e a ciò è legato un simpatico aneddoto.
"All'inizio del 2013 avevo ancora un buon rating [2663 - PD] e giocai nel Tata Steel (Wijk aan Zee), dove il mio risultato fu assai più deludente delle posizioni che in realtà ottenevo sulla scacchiera. La mia preparazione era molto buona; qualche mese dopo vinsi anche alcune partite nel campionato francese sulla base della mia preparazione di Wijk aan Zee. Fu un anno di alti e bassi, e ad un certo punto a giugno ricevetti un'offerta dalla federazione scacchistica degli Emirati Arabi Uniti di lavorare per loro, perché cercavano qualcuno che rendesse Salem un giocatore migliore. All'epoca aveva forse 2550-2560 di Elo, era un giovane e talentuoso grande maestro, ma volevano qualcuno che lo aiutasse a raggiungere un livello più alto. Non ero sicuro di volermi trasferire a Dubai per un lavoro a tempo pieno, ovviamente con uno stipendio fisso ma senza essere più padrone del mio tempo, a mio avviso il più grande vantaggio dell'essere un giocatore di scacchi."
"Poi, alla fine di agosto, mi trovavo a giocare l'Open di Vienna, un torneo enorme, con circa 600 giocatori. Mi invitarono e feci una simultanea, credo come ospite di spicco dell'evento, ma a metà torneo persi una partita contro un giovane giocatore turco di talento, quotato 2400 [Batuhan Dastan, ora GM - PD]. Conclusi il torneo con 6,5/9, il che fu sufficiente per classificarmi tra il 16° e il 30° posto, e il mio premio in denaro fu, credo, di circa cento euro."
"Andai all'aeroporto: dovevo prendere un volo per Amsterdam. Mi dissero: 'Il volo è in overbooking. Vuole aspettare altre due ore per il prossimo volo? Le pagheremo 250 euro'. Dissi di sì, ma poi pensai: 'Un attimo, qui c'è qualcosa di sbagliato. Ho appena giocato un torneo open per 10 giorni, il premio che ho vinto è di 100 euro; devo aspettare due ore per un nuovo volo e loro mi pagano 250 euro. C'è qualcosa che non mi torna.' Così presi questi soldi, ordinai una bottiglia di vino e analizzai la situazione. E dopo averla analizzata, presi il telefono, chiamai Dubai e chiesi se la loro offerta era ancora valida".
Così presi questi soldi, ordinai una bottiglia di vino e analizzai la situazione.
Ancor oggi, Sokolov non rimpiange la sua decisione. Le cose sono andate bene e i suoi risultati come allenatore parlano da soli: sono culminati con l'oro olimpico di Chennai.
Lavorò negli Emirati Arabi Uniti fino all'estate del 2016, soprattutto con Salem, poco tempo dopo diventato campione asiatico. Seguì anche la squadra degli Emirati Arabi Uniti alle Olimpiadi di Tromso del 2014, la sua prima Olimpiade come allenatore. Prima di allora, aveva partecipato a tutte le Olimpiadi tra il 1988 e il 2012 come giocatore (rappresentando la Jugoslavia, la Bosnia-Erzegovina e i Paesi Bassi), ad eccezione di Dresda 2008.
Lavorare con Firouzja
Circa un mese e mezzo prima delle Olimpiadi del 2016 a Baku, Sokolov lasciò il suo lavoro a Dubai per iniziare ad allenare la squadra iraniana, incarico mantenuto fino al Campionato del Mondo a Squadre del 2019. A differenza di quanto era accaduto con gli Emirati Arabi Uniti, non si trasferì in Iran, ma vi volava un paio di volte all'anno per sessioni di allenamento della durata di un paio di settimane.
A Baku, l'Iran ha ottenuto un sensazionale 11° posto a pari merito con potenze scacchistiche come l'Azerbaigian e la Cina. Due anni dopo, la giovane squadra si è piazzata in un dignitoso 15° posto a pari merito, poco dopo aver vinto la Coppa delle Nazioni Asiatiche 2018 davanti a India e Cina. Uno dei giocatori di allora era il GM Alireza Firouzja, che in seguito si sarebbe trasferito in Francia e sarebbe diventato il più giovane giocatore di sempre a superare la barriera dei 2800 Elo.
Sokolov: "Quando sono arrivato in Iran nel 2016, un mese prima dell'Olimpiade, il Paese aveva un solo grande maestro affermato: Ehsan Ghaem Maghami. Avevo anche Parham Maghsoodloo, Amin Tabatabaei, e avevo Firouzja, tutti molto giovani e con un punteggio all'epoca di circa 2400. Capivo che avevano un grande potenziale, ma quanto grande, questo è sempre difficile da giudicare."
"Quello che ho notato con Alireza fin dall'inizio, e che lo ha reso un po' diverso dagli altri, è che aveva una grande dedizione."
Quello che ho notato con Alireza fin dall'inizio, e che lo ha reso un po' diverso dagli altri, è che aveva una grande dedizione.
"La nostra giornata lavorativa andava praticamente dalle 10 alle 13, con una pausa di circa 2,5 ore, e poi dalle 15:30 alle 18:30. Tutti noi alloggiavamo in un hotel molto vicino all'edificio della federazione scacchistica iraniana.
"Di solito la mattina finivo le ore di lavoro, poi durante la pausa andavo a fare una lunga passeggiata in un parco, pranzavo, rispondevo alle mie e-mail private e tornavo al lavoro. Di solito, quando tornavo per la seconda parte, Alireza aveva già alcune novità e idee basate su ciò che avevamo esaminato la mattina. La stessa cosa quando si finiva la sera: alcuni ragazzi iniziano a chiacchierare o a giocare ai videogiochi, ma al mattino lui portava nuove idee, qualcosa da dirmi sulla base di ciò che avevamo esaminato nel pomeriggio precedente. Quindi lavorava forse 10 ore al giorno".
Lavorare Con I Computer
Soprattutto per un grande maestro di formazione classica come Sokolov, il cui libro del 2008 Winning Chess Middlegames si inserisce in questa stessa tradizione classica, lavorare con la nuova generazione di giocatori che più di ogni altra cosa tendono a usare il computer è sia un piacere che una sfida.
"Quello che ho affrontato, non solo con Alireza ma anche con altri giovani giocatori con cui ho lavorato, è che, ad esempio, arrivano con una proposta che è molto poco convenzionale per un tipo di posizione nota, cioè da considerare inusuale sulla base delle vecchie conoscenze. Di solito dicevo: 'Se funziona, sono costretto a citare il mio amico GM Jan Timman, che disse: "Se funziona, devo imparare di nuovo a giocare a scacchi!"'. E l'altro commentava con qualcosa tipo: 'Sì, ma il computer lo adora!' Poi facevamo qualche analisi e a volte si scopriva che il computer si sbagliava, cioè che la valutazione aveva senso solo se era il computer a giocare quella posizione. Per gli esseri umani, la valutazione può essere diversa".
Alla richiesta di un esempio, Sokolov ha descritto la seguente struttura di pedoni, che può derivare da molte aperture, tra cui la Scandinava, la Caro-Kann, la Francese, la Slava e così via.
"Il piano più comune è quello di spingere b2-b4-b5 o di cercare di ottenere la rottura pedonale d4-d5, perché per definizione il Bianco ha il vantaggio della coppia di alfieri in questo tipo di posizioni. L'alfiere c8 è uscito in qualche modo ed è stato cambiato con un cavallo.
"Una delle idee nuove è stata quella di non toccare nulla al centro, tentando di rafforzarsi e assicurandosi che non ci sia una facile rottura, e poi iniziare semplicemente a spingere g2-g4-g5 e h2-h4-h5, lanciando questo tipo di attacco. Questo piano non è contemplato come canonico nei libri classici in questo tipo di posizioni, ma si è scoperto che spesso può funzionare".
Un altro esempio è un piano non convenzionale per il Bianco nella variante Mar del Plata dell'Indiana di Re: giocare Rg1-h1, Tf1-g1 e g2-g3: in altre parole, andare contro il vecchio adagio: Non giocare sull'ala dove sei più debole. Va detto che questo piano non è del tutto nuovo (il GM Alex Yermolinsky l'ha giocato nel 1997!), ma ha attirato l'attenzione dei giocatori più forti perché sembrava piacere ai motori.
"Secondo i libri di una volta, uno dovrebbe essere considerato un folle", ha detto Sokolov. "Nel mio caso, è stato Tabatabaei a venire da me e a dirmi: "Sai, il mio computer ha questa idea e non ci vedo nulla di sbagliato". All'inizio ho detto: 'Dai, non ha alcun senso'. Ma poi abbiamo iniziato a guardare e ho capito che il computer aveva ragione. Aveva molto senso".
Sokolov ha un metodo concreto che aiuta i giocatori a imparare dai computer: invece di scegliere le prime linee fornite dal motore, un giocatore dovrebbe sempre selezionare la mossa che giocherebbe lui stesso o che si aspetterebbe che il suo avversario giochi in una data posizione. Potrebbe essere la quinta scelta del computer, e capire cosa c'è di sbagliato nella propria prima scelta può essere molto istruttivo. "Per me è un modus pensandi, e ovviamente lavorare con queste persone mi ha aiutato a capire come funziona l'intelligenza artificiale e quanto spesso possa metterti sulla strada sbagliata: crediamo troppo nelle valutazioni, mentre nel gioco pratico uno contro uno le cose sono un po' diverse".
Per spiegarsi con altre parole, Sokolov ha detto: "Si possono avere due approcci. In primo luogo, si può avere una mentalità per cui si cerca di valutare una posizione sulla base delle conoscenze comuni, quindi struttura dei pedoni, spazio, coppia degli alfieri, sicurezza del re, potenziali spinte di rottura, possibili cambi di pezzi, entrata in finali migliori o peggiori; una volta terminati tutti questi elementi, si calcola per cercare di trovare la mossa migliore e per tentare di giustificare la propria valutazione. Ma, naturalmente, può essere anche il contrario: prima si calcola e, sulla base delle varianti calcolate, si cerca poi di dare una valutazione della posizione".
"Credo di appartenere alla prima scuola di pensiero e continuo a credere che questo modo sia il più giustificato, che faciliti la gestione della posizione nel gioco pratico. Ma il sistema diretto è diventato molto più importante di quanto non lo sia mai stato, e per questo possiamo ringraziare i computer".
Allenare l'Uzbekistan
Durante lo Sharjah Masters nel maggio di quest'anno, in cui Sokolov era commentatore e giocavano molti giocatori dell'Uzbekistan, è stato contattato dalla federazione scacchistica dell'Uzbekistan per allenare la squadra nazionale. Dopo aver rinunciato a lavorare come commentatore a Chennai ha accettato: alla fine di giugno è volato a Tashkent, in Uzbekistan, dove ha incontrato i membri della squadra già selezionati per le Olimpiadi: I GM Nodirbek Yakubboev (20), Javokhir Sindarov (16), Jakhongir Vakhidov (27) e Shamsiddin Vokhidov (20). Il GM Nodirbek Abdusattorov (17), che doveva giocare in prima scacchiera, non era ancora presente perché impegnato a Biel.
E quindi da che parte ha iniziato?
"Ho controllato le loro partite degli ultimi 12 mesi e non ho dato molta importanza alle aperture. Ho cercato di capirli meglio come giocatori, come lavorano", ha detto Sokolov. "Devi capire come funzionano le loro teste per poterli aiutare a fare le scelte giuste in autonomia. Inoltre, bisogna capire quali tipi di posizioni si adattano a questi giocatori, quali sono le loro debolezze e se possono essere corrette facilmente per evitare di finire in posizioni per loro spiacevoli".
"Ho detto fin dall'inizio, anche prima di assumere l'incarico: 'Non aspettatevi che io utilizzi uno Stockfish in cloud a profondità 50. Non lo farò. Ma posso aiutarvi a diventare giocatori migliori, a fare le scelte giuste, magari indicarvi qualcosa su cui dovreste lavorare'".
Piuttosto, Sokolov ha dato ai giocatori molte posizioni di mediogioco, provenienti da aperture specifiche o da tipi specifici di posizioni, e anche posizioni in cui si è concentrato sul loro processo decisionale. Ha detto che il suo database di posizioni è già rinnovato circa del 70% dal periodo in cui lavorava con la squadra iraniana.
"Questo è ciò che devi fare come allenatore per rimanere sulla cresta dell'onda: continuare ad aggiornare il tuo database per comprendere gli sviluppi del mediogioco e anche per capire nuove idee di apertura, perché i tuoi giocatori si troveranno ad affrontarle alla scacchiera. Bisogna capire la posizione, averne un'opinione, e anche conoscerla. Non ci si può permettere di dire a un giocatore: 'non ne so nulla'. È diverso da quando ero un giocatore, quando, come giocatore di 1.d4 e 1...e5, non mi importava nulla di quello che succedeva nella Najdorf o nella variante Winawer della Difesa Francese. Non mi interessava affatto. Ora non posso permettermi questo lusso".
Sokolov ha riassunto così i diversi stili dei vincitori dell'oro olimpico:
Abdusdattorov: "Simile a Magnus".
Yakubboev: "Un giocatore più completo".
Sindarov: "Un tattico puro".
Vakhidov: "Un eccellente teorico".
Vokhidov: "Prevalentemente un tattico".
"Nel mio caso, capire come lavorare con loro mi ha aiutato anche durante le Olimpiadi a fare le giuste scelte di apertura", ha detto Sokolov. "Ma non è stato sempre così semplice: per esempio, quando ho visto questa posizione dell'Indiana di Re che Sindarov aveva ottenuto contro il GM Praggnanandhaa R. nell'incontro con India 2 ero abbastanza scontento".
"La linea giocata da Praggnanandhaa è stata un'ottima scelta contro Sindarov. Ha cambiato i pedoni in e5 e ha ottenuto una posizione relativamente simmetrica in cui il Bianco ha un vantaggio molto piccolo, che forse non offre al Bianco grandi velleità; ma per un giocatore tattico come Sindarov era difficile gestire questo tipo di posizione, mentre un giocatore tecnico, come Praggnanandhaa, probabilmente si sentiva molto a suo agio. Quello che è successo in partita è che il Nero ha cercato di risolvere la situazione in modo tattico, cosa che alla fine non ha funzionato. Questo è solo un esempio delle scelte che si possono fare: Il vantaggio del Bianco non era affatto grande, ma la sua posizione si adattava molto meglio al suo gioco".
Nel calcio e in altri sport si discute senza sosta su quanto l'allenatore sia responsabile dei risultati della squadra. E Sokolov come vede il suo ruolo nel successo dell'Uzbekistan?
"Mettiamola così. Credo che un allenatore possa aiutare meglio i giocatori se ha già avuto esperienze simili. Non ho vinto l'oro olimpico, ma ho vinto l'argento [dietro la Russia, giocando in seconda scacchiera alle Olimpiadi di Mosca del 1994 per la Bosnia-Erzegovina - PD]. Siamo diventati campioni d'Europa nel 2005 [giocando per l'Olanda - PD]. E come ho detto, ho battuto molti campioni del mondo. Sulla base di queste esperienze, penso di poter aiutare enormemente i giocatori. Ma questo si traduce in Zinedine Zidane o José Mourinho, o in quello che c'è stato in Olanda, Johan Cruijff o Louis van Gaal. Io punterei su Cruijff o Zidane".
Elaborando un po' sull'argomento, aggiunge: "Qual è la mia influenza in punti percentuali? Non lo so. Ma so una cosa: i miei successi con Salem, con l'Iran e ora con l'Uzbekistan non sono una coincidenza. Questo è ciò che so".
Prima delle Olimpiadi Sokolov non credeva davvero di vincere la medaglia d'oro a Chennai. "Obiettivamente no, ma pensavo che una medaglia fosse possibile. Quando ero a Tashkent, mi hanno chiesto più volte se una medaglia fosse possibile, ma anche se pensavo che potesse essere possibile, non volevo creare aspettative. Ma mi sembrava molto difficile che gli Stati Uniti non vincessero. Pensavo: quante possibilità abbiamo di essere i migliori degli altri?"
"Analizzando le squadre ho pensato che siamo stati un po' fortunati, perché l'India ha scelto tre squadre per fare bene ma non una sola per vincere. Perché se avessero schierato una squadra per vincere, ovviamente il GM Gukesh D. sarebbe stato nella prima squadra. Tutte e tre le squadre indiane erano forti ma battibili, proprio come, ad esempio, l'Olanda, la Germania, la Francia o la Spagna.
"Ho pensato che la nostra squadra fosse più forte del suo Elo, e avevo ragione perché credo che collettivamente abbiamo guadagnato circa 80 punti di rating o qualcosa del genere [84,4 per essere precisi - PD]".
Scacchiera | Fed | Titole | Nome | Rtg | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | Punti | Partite | Perf | var+/- |
1 | GM | Nodirbek Abdusattorov | 2688 | 1 | 1 | 1 | 1 | 1 | 0 | 1 | ½ | ½ | 1 | ½ | 8,5 | 11 | 2803 | 21,1 | |
2 | GM | Nodirbek Yakubboev | 2620 | 1 | 1 | ½ | ½ | 1 | ½ | 1 | 1 | ½ | ½ | ½ | 8 | 11 | 2759 | 20,6 | |
3 | GM | Javokhir Sindarov | 2629 | 1 | 1 | 1 | 0 | 1 | ½ | ½ | 1 | 0 | ½ | 6,5 | 10 | 2655 | 7,7 | ||
4 | GM | Jakhongir Vakhidov | 2564 | 1 | ½ | 1 | 1 | ½ | 1 | ½ | 1 | 6,5 | 8 | 2813 | 25,1 | ||||
5 | GM | Shamsiddin Vokhidov | 2552 | 1 | ½ | 1 | 1 | 3,5 | 4 | 2755 | 9,9 |
Il primo momento in cui ho pensato che avremmo potuto vincere la medaglia d'oro è stato durante il giorno di riposo, perché ho pensato: "Ok, abbiamo giocato contro gli Stati Uniti, e non pare che vinceranno questa Olimpiade".
Quando l'intervistatore ha chiesto in modo semi-scherzoso se avesse tenuto i suoi giocatori lontani dal Bermuda Party [una festa tradizionale che si tiene sempre alle Olimpiadi prima del giorno di riposo], Sokolov ha risposto con un sì deciso. "Erano molto entusiasti del Bermuda party, ma ho detto loro: 'Guardate, vi vieto di andarci, ma la punizione varrà anche per me. Questo sarà il primo Bermuda Party dal 1988 a cui non parteciperò. Quindi, se questo può consolarvi, rimarrò anch'io nell'hotel". Ci hanno provato per un po' dicendo: 'Andremo solo per qualche ora'. Ma io ho risposto: 'Ragazzi, c'è un piccolo problema. Non sono nato ieri. Una volta avevo anche io la vostra età, e non me la bevo. Non ci andrete'. Quindi è stata una buona decisione".
Nel giorno di riposo, Sokolov ha detto alla sua squadra che le possibilità di vincere l'Olimpiade erano reali. Ha anche spiegato che il 2-2 contro gli Stati Uniti è stato un risultato eccellente, nonostante avessero perso una grande occasione per vincere. "Ho detto loro: 'Uno, non possiamo giocare di nuovo contro di loro; due, abbiamo uno spareggio migliore, e questo probabilmente non cambierà; tre, loro batteranno altre squadre per noi, mentre noi giocheremo contro squadre di rincalzo in quel momento, e loro ci spianeranno la strada'. Come sappiamo, non è andata esattamente così".
Sokolov ha ammesso che la squadra ha avuto la sua parte di "fortuna del vincitore" nella partita contro India 2 nel penultimo turno. "Siamo stati incredibilmente fortunati a non perdere perché, sì, Gukesh ha buttato una posizione completamente vinta. In quell'incontro mi ero rassegnato a una sconfitta per 3-1, ma a un certo punto mi sono reso conto che poteva verificarsi qualcosa di veramente positivo".
"Ci è andata molto bene che Gukesh non abbia voluto accettare il fatto di aver rovinato una posizione vincente, non si sia accontentato di una patta, e abbia poi spinto in modo oggettivamente eccessivo: siamo stati semplicemente fortunati in quella partita".
Ecco ancora una volta il fatidico incontro tra Gukesh e Abdusattorov, annotato come Partita del Giorno dal GM Davorin Kuljasevic nel nostro resoconto del 10° turno:
Sokolov: "Già prima che il pezzo venisse perso avevo la sensazione che Abdusattorov avrebbe vinto. Aveva un enorme vantaggio sull'orologio, e poi c'era questa situazione di gioco. Ecco perché è molto più facile per un computer difendere posizioni pessime che per gli esseri umani. Come può Gukesh togliersi dalla testa la posizione che aveva 20 mosse prima? È del tutto impossibile, perché è un umano".
Al momento della pubblicazione di questo articolo, Sokolov sta tornando a Tashkent per discutere il proseguimento del suo lavoro con i giocatori uzbeki, e sembra ormai abbastanza probabile che continui. Anzi, probabilmente sarà accolto all'aeroporto come un eroe.
Terminata l'ultima partita, il telefono di uno dei funzionari della Federazione scacchistica dell'Uzbekistan ha iniziato a squillare. All'altro capo del filo c'era nientemeno che il presidente dell'Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev, che aveva chiamato per congratularsi con tutti. Sokolov non ha commentato l'accuratezza delle notizie riportate dai media, secondo cui ogni giocatore una volta in patria riceverà 55.000 dollari e un'auto, ma ha fatto notare che per alcuni giocatori la somma effettiva sarà considerevolmente più alta. Con un bonus contrattuale per l'oro olimpico, Sokolov stesso riceverà anche una ricompensa extra.
La prossima Olimpiade si terrà tra due anni a Budapest, in Ungheria, dove i giovani uzbeki saranno ancora più forti e si presenteranno alla competizione con una mentalità completamente diversa. Giocare da campioni in carica sarà per loro un'esperienza diversa. Due anni dopo, nel 2026, l'Olimpiade sarà a casa loro, a Tashkent, in Uzbekistan, che durante il Congresso FIDE che si è tenuto durante questa Olimpiade ha vinto la candidatura per ospitare l'evento.